Prima di entrare nel vivo della sua riabilitazione, inizieremo con lo spiegare cos’è il pavimento pelvico per poi concentrarci sul ruolo centrale della gravidanza nel suo “sovraccarico” e il legame con la sessualità.
Cos’è il pavimento pelvico?
Il pavimento pelvico è una struttura costituita da vari tessuti, in particolare muscoli, che anatomicamente chiude verso il basso la cavità addominale ed esercita un ruolo di sostegno fondamentale su tutto l’apparato genitale femminile. In condizioni di riposo, con un pavimento pelvico integro, il tono muscolare garantisce una corretta continenza urinaria.
A volte questa struttura va incontro ad un deficit funzionale che nella maggior parte dei casi ha come conseguenza l’incontinenza urinaria. L’incontinenza urinaria colpisce un’elevata percentuale di donne dai 25 anni in poi. Studi scientifici condotti negli Stati Uniti, in Europa ed in Australia hanno evidenziato che il 10-15% di tutte le donne presenta perdite involontarie di urina e soffre di conseguenza di seri problemi individuali e nella vita di relazione.
In realtà è difficile valutare con esattezza la vastità di questi problemi, sia per la varietà delle manifestazioni che per la riluttanza delle donne a rendere manifesto questo disturbo; le donne affette da incontinenza, insomma, per pudore o per noncuranza evitano spesso di sottoporsi a visite specialistiche e non possono quindi essere messe al corrente delle varie possibilità di trattamenti riabilitativi, farmacologici e chirurgici che possono risolvere il loro problema.
Il pavimento pelvico e la gravidanza
La gravidanza sottopone ad un notevole sforzo tutta la muscolatura pelvica che deve sostenere il peso dell’utero gravido. Sarebbe auspicabile che tutte le donne in gravidanza prendessero coscienza col proprio pavimento pelvico in modo da tonificare ed irrobustire tale muscolatura che tra l’altro esercita un fondamentale ruolo nel meccanismo del parto naturale.
I corsi di accompagnamento alla nascita permettono alle gravide di apprendere gli esercizi di base in modo da potersi esercitare autonomamente al proprio domicilio.
È bene, soprattutto all’inizio, farsi seguire da un’ostetrica che sia in grado di correggere eventuali dissinergie addominali e anomali pattners respiratori.
Una volta apprese le tecniche di base, la donna può tranquillamente ripetere gli esercizi da sola, più volte al giorno ed imparare anche il massaggio perineale da effettuare con oli di origine naturale. Un perineo elastico riduce notevolmente la percentuale di episiotomie.
La conoscenza del pavimento pelvico contribuisce ad aver un approccio olistico del percorso nascita favorendo la partecipazione attiva della donna alle varie fasi del travaglio ed al periodo espulsivo.
E la menopausa?
Anche la menopausa viene considerato un periodo a rischio per la funzionalità del pavimento pelvico poichè il brusco calo ormonale che la caratterizza può determinare un deficit di vario grado o l’aggravamento di un disturbo preesistente.
Altri fattori di rischio vengono considerati la riduzione dell’attività fisica e varie alterazioni muscolo-scheletriche (ptosi addominale, iperlordosi, antiversione del bacino…).
Lo scopo della rieducazione perineale è quello di tonificare la muscolatura deficitaria, al fine di dare sostegno alla vescica prevenendo e curando l’incontinenza urinaria.
Indicazioni e metodologie della rieducazione perineale
La rieducazione perineale si propone essenzialmente quattro obiettivi:
- obiettivo ginecologico (prevenzione e/o trattamento dei prolassi)
- obiettivo urologico (prevenzione e/o trattamento dell’incontinenza urinaria)
- obiettivo proctologico (prevenzione e trattamento dell’incontinenza fecale)
- obiettivo sessuologico (miglioramento della qualità della vita sessuale)
Esempi di indicazione preventiva sono:
- post-partum
- pre e post chirurgia pelvica
- deficit del pavimento pelvico di origine neurologica
Esempi di indicazione terapeutica sono:
- incontinenza urinaria da sforzo
- incontinenza urinaria da urgenza
- prolasso genitale di grado lieve
- turbe sessuali (dolore durante i rapporti, vaginismo, anorgasmia)
La metodologia si avvale di un trattamento multiplo il cui scopo è quello di permettere alla donna di migliorare le proprie condizioni e di continuare autonomamente a domicilio gli esercizi al fine di mantenere nel tempo i risultati ottenuti.
- la prima fase consiste nel far prendere coscienza alla donna del proprio pavimento pelvico e nell’apprendimento dell’attività muscolare perineale. In queste sedute propedeutiche si valuta la statica pelvica, la corretta sinergia respiratoria e la capacità di concentrazione e di rilassamento.
- In seguito, con l’aiuto del Biofeedback, si facilita la presa di coscienza da parte della donna della sua capacità di utilizzare correttamente la muscolatura perineale eliminando l’attività dei muscoli antagonisti (addominali). In pratica, mediante una sonda introdotta in vagina e collegata ad un video, si permette alla donna di controllare e correggere il proprio lavoro.
- Il “cuore” del trattamento consiste nel tonificare i muscoli perineali mediante chinesiterapia ed elettrostimolazione al fine di migliorare la forza contrattile e la capacità muscolare del pavimento pelvico. La cinesiterapia prevede l’insegnamento di esercizi di contrazione perineale secondo uno schema di difficoltà crescente ed in posizioni diverse fino a simulare le normali attività di vita quotidiana; con i programmi di elettrostimolazione si attua la cosiddetta “ginnastica passiva” per cui il lavoro muscolare viene stimolato da un’impulso elettrico attivato tramite una sonda vaginale, secondo modulazioni di frequenza diverse a seconda del disturbo.
- Infine si arriva all’automatismo, cioè al corretto utilizzo della muscolatura perineale durante le normali attività quotidiane (sollevare pesi, tossire, starnutire, fare le scale…)
- Si completa il trattamento con l’insegnamento di esercizi domiciliari.
La metodologia prevede un programma di dieci sedute con frequenza ogni 2-3 giorni di circa un’ora l’una guidate da un’ostetrica.
Sessualità e dolore: il ruolo del perineo
Numerosi studi hanno evidenziato il coinvolgimento della muscolatura del piano perineale in pazienti con disfunzioni sessuali soprattutto di tipo doloroso. Fra questi si può nominare la DISPAREUNIA (dolore durante i rapporti sessuali), il vaginismo(spasmo involontario dei muscoli perineali tale da interferire e a volte impedire la penetrazione sessuale) e la vulvodinia (dolore persistente o ricorrente non indotto da stimolazione sessuale).
Uno stato di contrazione cronica dei muscoli del pavimento pelvico è la risposta difensiva al sintomo doloroso e causa della sua persistenza. Alla luce di questa affermazione emerge l’importanza di una corretta riabilitazione dei muscoli del pavimento pelvico come strategia terapeutica che può rivelarsi efficace nei disturbi dolorosi della sessualità probabilmente grazie al miglioramento della capacità contrattile e dell’elasticità della muscolatura, oltre al miglioramento della componente vascolare e sensitiva.